LIBRO: PROCIDA. GENTE CULTURE CUCINA

COMUNICATO STAMPA

Procida. Gente, culture e cucina: un viaggio nella cultura attraverso la cucina

Il 25 luglio alle ore 11.00 sarà presentato nella sala conferenza dell'Hotel La Vigna di Procida (Via Principessa Margherita, 46) il libro « Procida. Gente, culture e cucina » a cura di Anna Russolillo, Rosario Mattera e Leonardo Costagliola.

Con i curatori e gli autori saranno presenti il Sindaco di Procida Raimondo Ambrosino modererà il giornalista Gianni Ambrosino direttore del VG21.

Vasto e multidisciplinare il numero dei contributi del volume di 504 pagine: l'Isola alveare di A. Amitrano; la Cucina di terra e mare di G. Palumbo; Quel delicato retrogusto di basalti e pomici di L. Giacomelli e F. Foresta Martin; le Piante commestibili di M. Scotto di Cesare ; la Cucina preistorica di A. Russolillo; Il cibo nella storia di R. Salvemini; il Regno di Nettuno di F. Cinelli; Passato e futuro della pesca  di C. Biondi; la Nutraceutica  di A. Messina; le Specialità di L. Costagliola ; i Misteri di L. Vincenti;la Cucina dello chef procidani di A. Paparone; la Pietra di Centane di B. Festa e G. Palumbo; la Luvanda di T. Luongo; e tanti altri. Prefazione di Luciano Pignataro. Ricette procidane e degli chef M. Ambrosino, C. Coscione e P. Lauro; altre raccolte dai bambini dell'Istituto Capraro. Con opere di N. Granito e foto di A. Intartaglia, V. Sciosia e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Possono ingannare le prime parole dell'introduzione firmata da Luciano Pignataro al libro Procida. Gente, culture e cucina: “Le isole del Mediterraneo ci riportano all'essenza delle cose”. Ma se la semplicità è un tratto distintivo della cucina dell'isola campana, il progetto curato da Anna Russolillo, Rosario Mattera e Leonardo Costagliola è tutt'altro che essenziale: è anzi un raffinato lavoro che somma diverse influenze culturali, che va al di là del semplice libro di cucina. Il volume sarà presentato in conferenza stampa il 20 luglio.

Delle tre parole che compongono il sottotitolo dell'opera, la terza ("cucina", appunto) è senza dubbio quella che risalta di più all'occhio, in quest'epoca di show culinari imperanti nella nostra televisione e di chef-star, ma è in realtà solo un punto di partenza. Il cuore del libro sembra piuttosto risiedere nei due termini precedenti, “gente” e “culture”, quest'ultimo doverosamente al plurale, per ricordarci che la cultura è, in verità, sempre un insieme che si amalgama e diventa uno.

Certo, le ricette delle pagine logicamente una parte consistente del libro. Ma altrettanto spazio è dato alla storia dell'isola, quei 45 secoli che stanno alle spalle di quelli che oggi consideriamo i piatti tipici della cucina procidana, e che per tanto rappresentano la prima parte dell'opera, anticipando le ricette nelle così pagine come hanno fatto nel corso dei tempi. È l'essenza stessa della “cibosofia” di cui parla nella sua premessa Anna Russolillo: l'idea che la cucina possa essere usata come una mappa per orientarsi nella storia e nella cultura di un luogo, in cui ogni singolo ingrediente può essere considerato come la tappa di un percorso.

D'altronde Russolillo è architetto, è specializzato nel restauro di monumenti e si occupa anche di storia e archeologia: i piatti della cucina tradizionale di Procida sono una loro volta monumenti, risultato e testimonianza degli eventi passati, forse non bisognosi di restauro certo di un contesto che ne faccia emergere la rete di relazioni, le molteplici radici. Radici come quelle delle piante che dagli “orti casalinghi” di cui parla, nel suo capitolo, Annamaria Amitrano – che insegna Etnostoria e Antropologia all'Università degli Studi di Palermo – passano ai piatti tradizionali procidani. Una piccola isola nel Mediterraneo che, accanto al pesce, ha al centro della propria cucina i vegetali, diretta conseguenza delle incursioni piratesche del XVI secolo, che costrinsero molti isolani a trasferirsi nell'entroterra.

  • Data d'inizio: 25/07/2021

  • Data di fine: 25/07/2021

  • Luogo: Procida

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